Iniziative per rilanciare un patrimonio dimenticato.
di Jacopo Ibello
Alla fine del 2013 il Comune di Bologna decise di alienare alcuni dei suoi beni per motivi di bilancio. Tra questi vi è la Centrale elettrica del Battiferro: si tratta di uno degli elementi più significativi del patrimonio industriale bolognese, tra le ultime strutture di questo tipo in città a non aver ricevuto ancora un recupero dopo la chiusura.
L’edificio si presenta in condizioni problematiche dopo oltre 30 anni di abbandono, segnato da crolli, incendi, furti di rame e presenza di senzatetto, tossicodipendenti e spacciatori. Alla fine di maggio 2015 il Comune ha avviato le procedure di demolizione della grande ciminiera in cemento armato, dopo evidenti segni di cedimento della sua struttura portante.
La Centrale del Battiferro ricoprì un ruolo chiave per il passaggio di Bologna all’era industriale.
Aperta nel 1900, fu la prima fonte sicura di elettricità, fornendo energia all’illuminazione, alle utenze domestiche, alla rete tranviaria e alla nascente industria. Si trattava di un impianto all’avanguardia, progettato dalla Ganz di Budapest ed equipaggiato con gruppi termo- e idroelettrici, costituendo uno dei pochi casi al mondo di centrali di questo tipo. Lo stato dell’arte tecnologico fu attestato dal Congresso Nazionale di Fisica del 1901, durante il quale lo scienziato Augusto Righi portò i partecipanti ad ammirare l’impianto appena inaugurato. La centrale, ampliata con un più potente gruppo di caldaie negli anni ’20, rimase operativa fino al 1961; in seguito fu utilizzata dall’ENEL come deposito e centro di addestramento fino al 1980. Nei primi anni 2000 due progetti di recupero a opera dell’Università fallirono e la Centrale non riuscì a riprendere una nuova vita.
A partire da dicembre 2013, due dei soci fondatori di Save Industrial Heritage, che sarebbe nata di lì a poco, iniziarono sui social network un’opera di sensibilizzazione per la salvaguardia della Centrale del Battiferro. L’iniziativa ha attirato l’attenzione della stampa che in più riprese si è interessata alla vicenda, mentre numerosi esponenti del mondo culturale, scientifico e intellettuale si sono uniti alla causa, in primis gli amici di “Bologna Sotterranea” e il prof. Giorgio Dragoni che era responsabile dell’ultimo progetto di recupero della Centrale, poi non più attuato.
Il 7 giugno 2014 presso il Liceo Scientifico “Augusto Righi” si è svolto il convegno “La Centrale idrotermoelettrica del Battiferro: un patrimonio da (ri)scoprire”, organizzato da Save Industrial Heritage e dall’associazione “Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna”, con il patrocinio dell’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e dell’Archivio Storico Comunale.
In questa occasione l’iniziativa ha preso una veste ufficiale, grazie all’intervento dei promotori e di altri esponenti, anche politici. Subito dopo il convegno, si è decisa la costituzione di un comitato che si è conclusa nell’estate del 2015.
Tra il 2 e il 3 settembre 2015 si è svolta la demolizione della grande ciminiera del gruppo termoelettrico. I lavori, all’inizio programmati per una durata di almeno due settimane, hanno avuto in realtà un’improvvisa accelerazione subito dopo le prime operazioni di smontaggio da parte della grande tenaglia: la caduta di alcuni detriti all’interno della ciminiera e la decompressione della stessa hanno ampliato il cedimento laterale all’origine della volontà di demolire. Questo ha fatto così che non si potesse più procedere a un lento smontaggio “pezzo per pezzo” come era stato programmato, ma anzi si sia dovuto andare più rapidi per evitare pericoli ulteriori di crollo. La mattina seguente, verso le 11 e mezza, c’è stato il collasso definitivo della struttura: Video 1 e Video 2
L’emittente locale Ètv ha documentato gli eventi intervistando anche Jacopo Ibello, presidente di Save Industrial Heritage: Vedi il servizio.
“La salvaguardia e la valorizzazione della Centrale del Battiferro rappresentano uno degli obiettivi principali dell’attività di Save Industrial Heritage e ulteriori novità ci saranno nei mesi a venire.”
– by SIH
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