A nord di Torino un ecomuseo sul rapporto tra industria e paesaggio
L’Ecomuseo del Freidano è un piano di valorizzazione culturale e ambientale della città di Settimo Torinese, istituito nel 1999 dalla Regione Piemonte e incluso nella Rete dei 25 Ecomusei Piemontesi (REP). Il suo progetto è intitolato al più importante canale motore del territorio ed è stato ideato a partire dal 1985.
L’Ecomuseo si configura come un “work in progress”, articolato su una serie di temi che si basano sull’intreccio fra le caratteristiche naturali del suo territorio, le vicende storiche e la crescita infrastrutturale e tecnologica sviluppata lungo il fiume Po.Il rio Freidano, lungo il suo percorso da Torino (Abbadia di Stura) a Chivasso, si presenta come un itinerario di archeologia industriale ricco di testimonianze in discreto stato di conservazione. Sulle sue sponde sono sorti ben nove opifici idraulici, per un numero non inferiore alle venti ruote motrici. Si trattava di mulini, tornerie d’osso, peste da riso, carta, olio e canapa, centraline elettriche, una conceria e una fabbrica di esplosivi. Degni di nota gli impianti molitori convertiti nel sistema anglo-americano di Settimo e Brandizzo, oggi valorizzati dall’ecomuseo con la ricerca dedicata ai mulini del capitalismo agrario.Proprio nel Mulino Nuovo di Settimo l’ecomuseo trova la sua sede centrale: un pregevole complesso industriale dell’Ottocento interamente recuperato a uso pubblico. Qui si sviluppano progetti di ricerca sul paesaggio e sul patrimonio industriale, laboratori ed eventi per le scuole e le famiglie, attività museali e visite rivolte a un ampio pubblico, non solo locale.
Costruito nel 1806 per sostituire i locali mulini natanti sul fiume Po, a partire dal 1851 il Mulino Nuovo, progettato dall’ingegner Severino Grattoni, è stato trasformato in una fabbrica alimentare tra le più importanti d’Italia su volere di Camillo Benso conte di Cavour. Chi lo visita per la prima volta rimane colpito dall’imponenza degli edifici un tempo destinati alla produzione di sfarinati: varcando la soglia del complesso, il visitatore ha modo di immergersi in un’atmosfera di altri tempi, grazie ad un recupero realizzato nel pieno rispetto dell’architettura degli spazi.Lungo il canale Freidano è allestito il Parco dell’Energia: un parco tematico dotato di installazioni interattive uniche nel loro genere che illustrano la storia energetica degli ultimi due millenni. Parte integrante del parco sono le attrezzature molitorie e le turbine Francis (prodotte dalla Calzoni di Bologna) originali del mulino e l’allestimento permanente delle caldaie provenienti dalla fabbrica Paramatti. Si tratta del recupero di una coppia di caldaie Lancashire e un economizzatore Green provenienti dallo stabilimento di vernici insediato a Settimo nel 1913 e smantellato nel 2005 per far spazio alla Biblioteca Civica e Multimediale Archimede. Compito dell’ecomuseo è il recupero della memoria della fabbrica e l’allestimento di un percorso permanente negli interni della biblioteca.Lo studio e la ricerca sul patrimonio industriale del XX secolo settimese, in un più ampio contesto torinese e piemontese, sono temi di indagine dell’Ecomuseo del Freidano attraverso il progetto denominato “Ecotempo”. A questo proposito è stata recentemente allestita, negli spazi della sede ecomuseale, la cosiddetta Sala del ‘900: un nuovo spazio che intende presentarsi quale punto di riferimento per le realtà produttive e aziendali del territorio che vogliano proporsi in modo innovativo e, allo stesso tempo, raccontare la loro storia.
Con la recente realizzazione di un’app, i visitatori dell’ecomuseo possono inoltre apprezzare e conoscere la storia del mulino oltre ad approfondire le peculiarità del territorio. Inoltre il Mulino Nuovo e il territorio ecomuseale sono inseriti nel sistema della cicloturistica VEnTO (Venezia-Torino).
Per informazioni: info@ecomuseodelfreidano.it
Foto di Vito A. Lupo