Un patrimonio dimenticato dell'architettura moderna.
di Jacopo Ibello
Save Industrial Heritage è felice di presentare il volume “Paraboloidi: un patrimonio dimenticato dell’architettura moderna”, scritto da Marcello Modica e Francesca Santarella, edito da Edifir Edizioni Firenze. L’evento è previsto alle 17:30 sabato 14 novembre presso il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.
Il libro rappresenta un punto importante nello studio e nella ricerca del patrimonio industriale italiano. Il fenomeno dei magazzini in cemento armato con copertura ad arco parabolico (detti appunto “paraboloidi”) non era mai stato studiato in maniera integrata fino ad ora, nonostante questo tipo di strutture sia diffuso su tutto il territorio nazionale e in Italia più che in ogni altra parte del mondo. Non è esagerato dire che il paraboloide rappresenti una delle punte di eccellenza del nostro patrimonio industriale, di cui può essere ragionevolmente annoverato tra i simboli.
Questi magazzini, diffusisi praticamente in ogni angolo della Penisola (e anche sulle isole), vennero costruiti tra gli anni ’20 e gli anni ’70 del XX secolo, cioè nel periodo di massimo sviluppo industriale dell’Italia. La loro forma rispecchia pienamente la funzione: alloggiare grandi cumuli di materiale in polvere, sia esso sale, zucchero, clinker per il cemento o fertilizzanti chimici. Proprio a quest’ultimo prodotto i paraboloidi hanno legato particolarmente la loro esistenza, divenendo un simbolo per l’industria chimica italiana che a sua volta, in un Paese essenzialmente agricolo, legava alla coltivazione della terra le conquiste tecnologiche e il potere economico.
Edifici la cui forma seguiva essenzialmente la funzione, si è detto. Nonostante questa marcata funzionalità i paraboloidi sono strutture dal grande valore estetico, affascinanti e che a volte (soprattutto quelli più imponenti) incutono soggezione. Non è un caso che negli ultimi alcuni siano stati oggetto di importanti operazioni di salvaguardia e recupero che hanno sfruttato le qualità strutturali e architettoniche dei paraboloidi. Si pensi, tra gli altri, ai casi del Teatro Lyrick di Assisi o alla Biblioteca Lazzerini di Prato.
Esempi che sono ampiamente illustrati all’interno del volume, che però richiama maggiormente l’attenzione sui tantissimi paraboloidi che invece giacciono abbandonati. Finita ormai per molti di essi, in alcuni casi addirittura da decenni, la funzione industriale, si fatica a trovare nuovi riusi per questi giganti del cemento armato. Nella maggior parte delle schede del libro che elencano uno a uno i paraboloidi, corredate di notizie storiche, dettagli tecnici, foto d’epoca e immagini attuali, alla voce “uso attuale” c’è scritto “nessuno”. Il libro rappresenta dunque una presa di coscienza dei paraboloidi come parte importante del patrimonio industriale, e quindi culturale, italiano. L’elenco di esempi riusciti di recuperi di strutture di questo tipo vuol essere uno stimolo alla valorizzazione delle decine di edifici simili ancora abbandonati in tutto il territorio nazionale.
Gli Autori:
Marcello Modica, urbanista e fotografo, si occupa da diversi anni di archeologia industriale sul territorio italiano ed europeo. Ha partecipato come guest lecturer a numerose conferenze sul tema e collabora stabilmente con riviste scientifiche del settore italiane e internazionali. È ideatore del sito internet Still Alive (www.st-al.com), un progetto di ricerca che attraverso la ricerca di documenti storici e la fotografia racconta la dismissione di grandi complessi industriali in Italia e in Europa.
Francesca Santarella, studiosa di archeologia industriale, è consigliera comunale a Ravenna dal 2011. Di sua iniziativa la campagna di sensibilizzazione pubblica per la salvaguardia del Il Paraboloide ex Sir.
Riscontri Stampa:
FOTO DELL’EVENTO